Secondo l’analisi tradizionale, l’arcano del Giudizio estratto al diritto è associato all’idea di cambiamento, ma un cambiamento che arriva in maniera molto più dolce e pacifica rispetto alle trasformazioni causate, per esempio, dalla Morte. La carta del Giudizio deve essere intesa come un formidabile strumento di rimessa in questione. Bisogna smetterla di lasciarsi andare alla passività e di compiacersi in una vita sì rassicurante, ma anche decisamente troppo prevedibile. Il Giudizio ci incoraggia piuttosto a prendere il tempo di riflettere e di analizzare la nostra situazione per ciò che è veramente. Guardarci dentro non potrà che farci bene, sia sul breve che sul lungo termine. Il Giudizio, inoltre, aiuterà il consultante a comprendere meglio i meccanismi del pensiero, a dare maggiore importanza ai valori che lo animano e a prefissarsi nuovi obiettivi, che corrispondano di più alla sua rinnovata visione della vita.

Da una punto di vista più concreto, il Giudizio ci spinge a prendere delle decisioni e ci ricorda la necessità di cambiare strada quando ce n’è bisogno. Il ritmo frenetico imposto dalla nostra società ci obbliga spesso a rinchiuderci in uno schema di vita già predefinito. Occorrerà dunque porsi le domande giuste per capire se quest’ultimo abbia davvero ancora un senso per noi. Se così non è, bisognerà prenderne atto e accettare di evolvere.

Quando la lama del Giudizio è estratta al rovescio, traduce, da parte del consultante, una certa cocciutaggine, che potrebbe rivelarsi particolarmente nefasta qualora non associata ad alcuna presa di decisione. Ovviamente, esistono delle soluzioni per evitare che una situazione di questo tipo non duri troppo a lungo.

Da un punto di vista generale, il Giudizio al rovescio manifesta un profondo timore di fronte al cambiamento, spesso legato alle difficoltà di introspezione del consultante. Quest’ultimo tende dunque a soffrire in silenzio, senza riuscire a determinare le cause del suo problema. In questo caso, sarà dunque essenziale prendersi il tempo necessario per comprendere fino in fondo queste difficoltà. Il blocco deriva forse da ferite passate non ancora rimarginate, da un sistema di valori in cui non ci si riconosce più oppure dalla paura di fallire. Ad ogni modo, ricordiamoci che l’introspezione è il primo passo verso il benessere.